mercoledì 8 giugno 2011

Giunta comunale in bilico: navigazione a vista

Da oltre un anno l’amministrazione comunale di Salò è in crisi; è il fallimento della lista “Salò 2000”, che affonda le origini nel decennio delle Giunte Cipani con le conseguenze di scelte sbagliate e un bilancio gravato da una spesa corrente oggi non più sostenibile..
Gli abbellimenti esteriori, resi possibili anche in seguito al terremoto, che ha portato al Comune di Salò grande quantità di denaro, non possono nascondere gli obbiettivi mancati o alcune scelte sbagliate irreversibili:

  • Ospedale, con l’abbandono del progetto riabilitativo già finanziato per 8 miliardi di lire e con concessione edilizia già rilasciata;
  •  Gestione urbanistica, con tanto cemento e seconde case e l’approvazione di un Piano di Governo del territorio con al centro il progetto “Tavina”, con norme tanto confuse da renderlo ingestibile e da costringere la Giunta Botti a varare una “Variante delle regole”
  •  Un supermercato inutile al posto della prevista “piazza dei servizi” con apertura verso il lago e le Rive, che sono state relegate a retrobottega;
  •  Abbandono del progetto finanziato di alloggi protetti per anziani;
  •  Vendita di patrimonio; ex Campo di calcio Amadei, ala edificio ex Coen);
  •  Assenza di politiche per i giovani, con l’abbandono anche della prevista foresteria nel nuovo Liceo, destinata agli scambi studenteschi europei.

Ma veniamo all’oggi: le divisioni nella maggioranza hanno reso evidente che la lista del Sindaco Botti non aveva un progetto e un’idea comune per Salò.
Esclusi ex assessori (Colombo, Comini, Cominotti e Silvestri) per far posto a due esterni (Nastuzzo e Gandi), non presentatisi alle elezioni e premiati probabilmente per accordi preventivi nascosti agli elettori, forse per raccogliere i voti degli “Amici del Golfo”.
Pubblicamente Nastuzzo e Frassoni, presidente del Comitato per Pratomaggiore, avevano proclamato la necessità che le Associazioni si mantenessero al di sopra delle parti; abbiamo visto com’è andata. Evidentemente la coerenza non è più una virtù.
La crisi della Giunta, con un Sindaco senza maggioranza, ha portato a due anni di immobilismo, senza scelte di fondo per la nostra città.
La soluzione sta nelle norme vigenti: prendere atto del venir meno della maggioranza scelta dagli elettori con le dimissioni del Sindaco; se date entro febbraio, avrebbero consentito a Salò di andare alle elezioni nel mese di maggio.
In fase transitoria, Sindaco e Giunta, se davvero vogliono il bene di Salò, potrebbero affrontare in Consiglio comunale, con tutti i consiglieri e alla luce del sole, alcuni nodi di fondo.
E’ stata questa la proposta della più consistente lista di minoranza “Viviamo Salò”; nei mesi scorsi; con le altre liste di minoranza, ha presentato un atto di indirizzo per un recupero di funzioni e servizi nel nostro ospedale; un atto condiviso da tutto il Consiglio e che ora deve essere portato avanti da Sindaco e Giunta.
Quali novità a distanza ormai di molti mesi dall’approvazione?
Altri Comuni si stanno muovendo per accaparrarsi i posti letto per sub-acuti previsti dal Piano sanitario regionale.
Allo stesso modo è stata presentata una mozione unitaria delle minoranze sul “Piano Tavina”, approvata da tutto il Consiglio (vedi articolo specifico).
Richiede una precisa volontà del Sindaco e della Giunta di proporre alla proprietà una variante significativa, che modifichi radicalmente quanto previsto dal Piano di Governo del Territorio, approvato in tutta fretta dalla Giunta Cipani.
Non bastano certamente le modeste riduzioni dei volumi residenziali già richiesti dalla Sovrintendenza, con la prescrizione di abbassare di un piano alcuni degli edifici previsti.
Per essere veramente utile alla comunità salodiana, e non solo agli interessi privati, il Piano Tavina deve prevedere molto meno residenze private, di fatto seconde case, e più volumi per attività alberghiere e affini (centro benessere, terme, centro congressi, ecc.).
Per un confronto con la proprietà ci
vuole un’amministrazione autorevole sostenuta da un consenso ampio.
Per rispetto degli elettori e delle loro scelte e per fare davvero il bene di Salò non servono soluzioni pasticciate; Sindaco e Giunta presentino in Consiglio comunale una proposta chiara che rappresenti una vera volontà di correggere il Piano Tavina originario, per andare con un ampio sostegno al confronto con la proprietà.
Lo stesso si faccia per un progetto condiviso sulla destinazione dell’edificio di via Brunati, sul quale, dopo oltre due anni siamo ancora al punto di partenza, senza un’idea chiara.
Finora solo chiacchiere generiche su un fantomatico Museo, o forse uno spazio per mostre, senza sapere di che si tratta e quanto costa allestire e gestire un Museo.
Sindaco e Giunta, al momento, hanno preferito un accordo separato, e non alla luce del sole, con la lista “Cittadini per Salò”, nel peggior stile della tanto deprecata vecchia politica, tradendo in questo modo il mandato ricevuto dai rispettivi elettori.
Non si capisce il senso di un accordo separato, visto che sui due temi più rilevanti, “Ospedale” e “Piano Tavina” il Consiglio comunale procedere lungo le linee di indirizzo approvate.
Scelte diverse rappresenterebbero un vero sfregio e una presa in giro del Consiglio comunale e di ciò che è stato approvato.
Basta con l’antifona ripetuta di chi rivendica il ruolo di “unica lista civica”, diversa dai partiti, per finire poi col portare una stampella ad un pezzo di maggioranza della lista “Salò 2000”, che ribadisce la propria appartenenza al Popolo delle libertà e Lega Nord, e la continuità con le Giunte Cipani compreso il Piano Tavina, a cui, al massimo sembra disposta a dare solo qualche piccolo ritocco.
In tutte le liste, anche nei “Cittadini per Salò”, sono presenti persone iscritte a partiti, che non penso si vergognino per questo, e persone senza appartenenza dichiarata.
Il vero confronto quindi è sulle scelte di fondo per Salò:
la prossima discussione del Bilancio di previsione per il 2011 e per il triennio 2011-2013, non ancora approvato, ci dirà chi vuole davvero dare a Salò una prospettiva, rompendo con le scelte sbagliate del recente passato, a patire proprio dal Piano di Governo del territorio, compreso il Piano Tavina.
(La Civetta)

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