martedì 2 agosto 2011

Tuoni e fulmini in Consiglio tra incompatibilità e denunce

Il serrato confronto è proseguito fino a tarda ora con un autentico braccio di ferro 
Chieste e respinte le dimissioni del capogruppo di maggioranza per gli incarichi assegnati a una società di sua proprietà.


Annunciato dai fulmini e dai tuoni del solito temporale estivo, il consiglio comunale di Salò, iniziato alle ore 15, è proseguito fino a tarda ora, in un'atmosfera incandescente, tra «botte dialettiche», accuse e risposte. Tanti lampi, insomma, a dimostrazione di una situazione incancrenita. Da una parte gli 11 che governano, dall'altra i 10 all'opposizione.
Il primo nodo da dirimere riguardava la richiesta rivolta a Giorgio Toffoletto, capogruppo di maggioranza (composta da 9 consiglieri di area Pdl, Lega Nord e indipendenti, più i due «Cittadini per Salò»), di dare le dimissioni. L'avevano presentata un paio di settimane fa i cinque dissidenti, guidati da Alberto Pelizzari, tutti ex assessori, e iscritti al Pdl. Il motivo addotto? Incompatibilità in seguito all'incarico dato dal municipio a una società di Toffoletto, la Att, per alcune rilevazioni topografiche.
Il sindaco Barbara Botti ha riconfermato piena fiducia al suo capogruppo, sostenendo che si è trattato di un fatto isolato, e che nei giorni scorsi la Att ha rinunciato al compito: tutto a posto, quindi. Ma Pelizzari ha rincarato la dose, affermando che negli ultimi due anni gli appalti sono stati ben quattro, per un totale di 33 mila euro. «Sia chiaro che si tratta di compensi di carattere professionale, e non di tangenti. La cosa, però, non è corretta. Il testo unico sull'ordinamento degli enti locali prevede che non possa ricoprire la carica di sindaco, di consigliere, ecc. chi ha parte in servizi, appalti, esazioni di diritti. E noi continuiamo a ritenere che esista una grave incompatibilità», ha insistito Pelizzari, rimasto (per ora) inascoltato.
Lamentele anche da parte del Partito Popolare. «Invito Toffoletto a non partecipare alle votazioni, fin tanto che il caso non verrà chiarito definitivamente - ha detto Vincenzo Zambelli -. Nella prossima riunione presenteremo un ordine del giorno sulla situazione».
Superata la prima questione, è stato Gianluigi Pezzali (Msi) a «sparare» contro la Botti, che lo ha denunciato per una lettera anonima da lui affissa nella bacheca riservata ai vari gruppi. Una missiva di cui abbiamo parlato, e che sostiene come Salò sia finita in mano a Comunione e Liberazione, abile a spartirsi le concessioni edilizie.
«La lettera - ha dichiarato Pezzali - è stata indirizzata a 27 associazioni, vale a dire a 600 persone. Io mi vergogno del fatto che nessuno l'abbia firmata, ma è necessario istituire una commissione di indagine per appurare se le affermazioni sono vere o no. E lei, signor sindaco, deve vergognarsi di avermi querelato per diffamazione». Urla, grida e strepiti. Da una parte e dall'altra.
La seduta è proseguita con l'esame di altri argomenti fino alle 19.30, poi sospesa e ripresa. Per una serata piena di scintille.
Sergio Zanca (Bresciaoggi)

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